PRIVACY O ESIBIZIONISMO: SONO TUTTI MATTI?

Qualche volta, quando devo andare a casa di qualcuno, non so bene dove suonare, perché, una volta difronte al citofono, mi ritrovo non una lista di nomi, ma una serie di numeri o combinazioni fra cifre e lettere. Boh, sarà il gusto della privacy, però nel frattempo mi tocca prendere il telefonino e chiamare la persona che cerco, per capire dove entrare, salire, eccetera. Si sa che sono un filo nervosetta, quindi brontolo all’istante, leggermente infastidita, e mi dico, “ma che cavolo avranno da nascondere, visto che poi sui social postano di tutto?”
TUTTI GEOLOCALIZZATI
E in effetti su Facebook, ma non solo, trovi foto di piatti fumanti in attesa di essere sbranati, ma non genericamente, all’interno del ristorante tal dei tali, con tanto di indirizzo. Sì, lo so, si dice che le persone si “geolocalizzano”, come mi fanno notare i miei figli, che mi ritengono giurassica o analfabeta del digitale. In effetti io penso in modo analogico, però, sarà forse per quello, più che il nome sul campanello mi spaventano le foto spiattellate dei figli, con tanto di indicazioni della scuola che frequentano, della palestra, della piscina, che rendono tracciabili le loro abitudini.
CHI URLA AL CELLULARE
E sui mezzi, o quando porti fuori il cane? Mi capita di sentire gente, forse in maggioranza uomini, che racconta al telefono di tutto e di più. Ovviamente a voce alta, a prescindere dagli auricolari. E sembrano tutti serissimi, oberati di impegni e di lavoro, insomma sul punto di salvare il mondo. Se sono donne, in genere passano dall’argomento ufficio alla suocera con la velocità della luce, senza trascurare qualche frecciatina a colleghi e familiari. Ma a me importa poco, di quello che fanno, pensano o progettano gli altri, anzi un po’ mi infastidisce. Che dire? Sono antica? Può essere, ma per certi versi sto bene così, grazie!