PAROLACCE? ME LE TIRANO FUORI…

PAROLACCE? ME LE TIRANO FUORI…

Ops, mi è scappata una delle mie parolacce. Non sia mai, possibile? Sono sempre così attenta, però… quando ci vuole ci vuole. Il problema è che ci vuole sempre più spesso e, ovviamente, non è mai per colpa mia.

IN MACCHINA LE IMPRECAZIONI SONO D’OBBLIGO

Perché quando sei al volante se un uomo dà segni di impazienza mentre parcheggi, lo devi mandare a spendere, se un altro ti dice che vai piano, idem, se un terzo vuol fare il figo, ma non parte in tempo zero quando scatta il verde, significa che è rimbambito e, nel dubbio, meglio farglielo presente. Se in macchina ci sono i figli cerco di limitarmi, con risultati non sempre brillanti, ma quando sono sola, mi scateno, con considerazioni su cosa fanno le mogli dei suddetti autisti mentre loro sono a zonzo per la città.

MA IN FAMIGLIA?

Quando invece stai parlando e nessuno ti ascolta, cioè in casa, se ti scappano parolacce o imprecazioni, almeno si fermano tutti per un istante, alzano le antenne e si mettono in modalità “sto ricevendo”, anche solo per qualche minuto. Non è il massimo, ma a mali estremi, estremi rimedi.

E AL TELEFONO, FRA OPERATORI E CENTRALINI

Poi? Mentre sei al telefono e ti rimbalzano di continuo, da un operatore all’altro, facendoti perdere tempo, senza concludere nulla, qualche vaffa ci sta bene, anzi è quasi dovuto. E quando credi di pensare “che palle”, ma lo dici sottovoce? Che figura, lasciamo perdere, visto che io l’ho fatto più di una volta, anche con la scusa del multitasking, ovvero fare altre due cose mentre aspetto in linea. E quando stai per rispondere al telefono e ti sfugge “cazzo”? Fatto anche quello. E poi penso: “oddio ma cosa ho combinato? Se ne spuntasse a terra uno ogni volta che lo nomino, anche solo borbottando, in casa non si potrebbe più camminare”.

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